(di Rhea Anna Bertorelli)
Sono strani questi giorni. La quarantena imposta come misura di contenimento del virus che si è diffuso nel mondo, creando appunto una pandemia, ha svuotato le città. Poche auto, pochissima gente in giro e quasi tutto in coda fuori dai negozi. La gente cammina a testa bassa. Mezzo volto nascosto dalle mascherine. Lo sguardo basso e sfuggente, quasi come se, anche attraverso gli sguardi, possa avvenire il contagio.
Non sono giovanissima ma mai avrei pensato che avrei vissuto un’esperienza simile! Pandemia… una cosa talmente vasta che mi risultava faticosa da immaginare. Sicuramente non avrei mai pensato di viverne una. Eppure eccomi (ed eccoci) qua, ad uscire solo per comprovata necessità ovvero visite mediche, spesa oppure per recarci al lavoro.
Confesso che all’inizio l’ho sottovalutata un po’. Ero convinta che tutta la faccenda fosse gonfiata dai media. Poi mi sono fatta una settimana di isolamento a causa di un possibile contatto ed anche lì il pensiero regnante nel mio cervello era :” Se le cose si mettono male, io devo tornare al lavoro. Due braccia in più possono tornare utili”. Poi sono tornata al lavoro ed ho iniziato a realizzare che la faccenda stava diventando maledettamente seria. La struttura aveva chiuso agli esterni e tutto veniva controllato e sanificato più volte al giorno. Poi ci diedero le mascherine, i camici. Il gel sanificante troneggiava ovunque così come i guanti monouso. Le direttive cambiavano ogni giorno mentre in tutto questo caos, i famigliari impazzivano nel sentirsi dire che non potevano entrare.
E’ stato lì che ho iniziato a pensare che tutta questa storia poteva essere solo due cose: una condizione tremenda che avrebbe portato solo a morti, lutti e dissesti economici oppure poteva, nel male, rappresentare una splendida opportunità. E fu quest’ultima che io decisi di coltivare… Non volevo subirne solo gli effetti negativi ma volevo poter far prevalere il lato positivo in una faccenda che, almeno all’apparenza, di positivo non aveva nulla.
Mi domandai cosa potevo fare io in questa situazione così drammatica. Quali altri talenti, oltre a quello che dovetti scoprire dopo l’iniziazione di 1° grado, avevo ancora nascosto dentro di me? Fu così che scoprì che in realtà avevo ancora tante risorse, doni e talenti da offrire a chi era attorno a me e oggi voglio invitare voi a “giocare” con me.
Il gioco si chiama “Ho Scoperto che…” e vi invito veramente a prendervi una mezz’ora per farlo anche voi (tanto siete in quarantena. Che altro avete da fare?)
HO SCOPERTO CHE…
Ho scoperto che le mie mani che dispensavano carezze e le mie braccia, abbracci potevano venire usate con maggior profitto per comporre numeri di cellulare e mettere in contatto, via Whatsapp, genitori anziani e non tecnologici con figli apprensivi che il cellulare lo usavano fin troppo, seppur per altri motivi!
Ho scoperto che non potevo più contare sul sorriso per ammorbidire una presa di posizione di un famigliare visto che ero nascosta dietro ad una mascherina ma che potevo usare gli occhi. E mi sono sentita dire che ho uno sguardo che abbraccia e consola (Grazie Stregoneria che mi hai insegnato il Potere dello Sguardo).
Ho scoperto che la solitudine, che ho sempre considerato un lusso, per molti è una maledizone. Ho visto effetti devastanti su persone arroganti, pretenziose e insolenti e ho capito che spesso questi atteggiamenti sono semplicemente un’armatura per difendere la propria fragilità.
Ho scoperto che si può vivere e lavorare in modo lento dedicando parole ed allegria attraverso un telefono, attualmente l’unico contatto che ci è concesso. E lì riverso l’Ascolto attento, le parole amorevoli, il tono rassicurante. Perchè a me non costa nulla ma per chi è dall’altro capo del filo, in quel momento significano molto.
Ho scoperto che il sentimento che aleggia ovunque è la paura e questo produce due effetti: Ti paralizza e ti riporta a stati talmente bassi ed infimi, che l’uomo di Neanderthal era un lord al confronto, oppure ti stimola a far fronte comune, consapevole che solo insieme possiamo superare questa guerra. Se riusciamo a superare l’individualità e pensiamo “noi” anzichè “io” possiamo superare anche questa!
Ho scoperto che sono una donna fortunata (in realtà ne ho avuto solo conferma visto che lo sostengo da una vita). Tutta la mia famiglia vive nell’appartamento di fronte al mio ed abbiamo terrazzo in comune. Li vedo ogni giorno ed ogni giorno posso godere del loro calore e amore. E vista la situazione questo è un grande dono dell’Universo!
Ho scoperto che quando tutto questo sarà finito, io non sarò più quella di prima e non lo sarete neppure voi. Questa è una grande opportunità per capire cosa conta realmente nella Vita. Il Valore di un sorriso, di un abbraccio, di parole dette subito, ora, prima che sia troppo tardi. Il Valore di un “Grazie”, “Scusami”, “Ti voglio bene”…
Ho scoperto che un buon indicatore di quanto vogliamo bene alle persone è misurabile con quanto ci mancano in questo periodo (Suri mi manchi tantissimo 😦 ). La mia Congrega mi manca, il mio GS mi manca, i gds mi mancano… Ma non mi lascio intristire dalla loro assenza ma pregusto già la gioia di rivederli presto tutti quanti.
Ed infine ho scoperto quanto io sia “fisica”. Non mi ero mai resa conto di quanto la fisicità fosse importante per me. Quindi attenzione perchè appena ci libereranno dalle nostre case, vi cercherò ad uno ad uno e vi stritolerò nel più grande abbraccio che abbiate mai ricevuto!
Ma fino a quel momento, come si dice a Parma, “tenema botta!”
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