(di Luca Ariesignis Siliprandi)
Come di rumori del bosco, di passi del lupo fra le foglie è il suono del tue piede che con rapidissimo terrore mi percorre la schiena. Ed eccoti.
Possente come la più alta rupe che svetta fra le selve, profondo e buio come l’angolo più segreto del bosco. Indomito.
Dietro ai miei occhi, nei miei occhi. Sbarrati, fissi, le palpebre immobili.
Tremo. Eppure un calore bruciante mi percorre e mi imperla la fronte di sudore.
Ogni mio muscolo è allerta e scatto. Un vibrare di bronzo antico sulla mia pelle. Ogni mio respiro è fiamma nei polmoni.
Si è fatto buio attorno, i miei occhi distinguono a stento dove io sia.
Corro come lungo uno spirale, guidato da mani invisibili, dove gli alberi si fanno via a via più fitti.
La mia bocca arde di sete, il cuore sembra scoppiare.
Ed ecco, d’inanzi a me un radura e, nel mezzo, cado con gli occhi fissi al cielo notturno, un silenzio di cristallo e argento.
Giunge Lei. Si fa sopra di me…ed è turbinio, vortice.
I muscoli mi scuotono
E mi perdo.
E ci perdiamo.
E poi più niente ch’io possa dire con parola d’uomo.
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