(di Luca Ariesignis Siliprandi)
Signora, che sei Tutto ed il Tutto attraversi, il tempo dei fanciulli passò, dove sono i giochi che donasti ai tuoi figli? La bambola e la trottola dove giacciono ora?
Venne l’inverno, le difficoltà, la fame, gli stenti, la paura, però sento imminente il ritorno della Tua Figlia -prediletta-.
Suo fratello Libero, la ricorda fanciulla ed attende il suo ritorno dal giorno in cui fu rapita.
Ora, prediletta, quando finalmente riemergerai dal Regno che divenne tuo presso Dite, Libero potrà nuovamente abbracciarti… e un fremito lo percorrerà guardando i tuoi occhi neri come carbone.
Non più fanciulli, non più fratelli. Io stesso avverto questo fremito, ed il mio seme ribolle alla radice.
E ti chiamo, Proserpìna; attendo tu possa tornare con il nome di Libera benedicendoci con la tua presenza.
E sentiremo ancora i profumi grevi di terra nera, felci e muschio, ed esploderò di gioia, io e tutto il maschile che ti attende.
Ti vedrò giungere danzando nella radura che conosciamo,
E ti offrirò ciò che sono completamente in un anelito di amore feroce e dolcissimo.
Ti attendiamo, e attendiamo i tuoi canti, il tuo corpo flessuoso di germogli verdissimi che porteranno molto frutto.
Libera, giungi dunque a stendere la tua mano sulla terra dei vivi con passi di piedi nudi che vestono l’erba delle tue perle di rugiada… sii propizia a noi che baciamo il tuo passaggio.
Categorie:Ispirazioni