La Caccia

(di Rhea Anna Bertorelli)

Con la coda dell’occhio intravedo un movimento, un codino impertinente che svanisce in mezzo al fogliame.

Corro.

Corro inseguendo la preda. I piedi nudi battono il sottobosco.

Corro per acchiapparlo, per sbranarlo. I sensi all’erta mentre corro nel bosco. Un sottile disagio che presto si trasforma in paura: mi stanno cacciando.

Io, preda e cacciatrice, corro.

I rami mi feriscono il volto ma io corro.

In bocca il sapore della paura mista all’eccitazione della caccia.

Corro inseguendo ed inseguita. I latrati dei cani si fanno più vicini e rabbiosi… Il sudore scorre fra i miei seni mentre corro.

E’ notte ma i miei occhi si sono adattati e vedo distintamente le foglie sui rami che mi sferzano il viso.

Dolore ma corro inseguendo per sbranare, prima di essere sbranata.

Vedo il Cervo.

Potrebbe avvicinarmi più velocemente alla mia preda e al contempo distanziare i cani… Sulla groppa del Cervo sento il pungente odore selvatico dell’animale e la mia fame di carne aumenta.

Assieme alla tensione sessuale…Il suo pelo irsuto mi punge le cosce e sfrega contro la mia vulva rendendomi sempre più consapevole della mia eccitazione.

Piegata sul collo dell’animale, sfrecciamo attraverso i boschi e piccoli uomini compaiono al fianco del sentiero.

Tendono una mano per aiutarmi? O forse per tirarmi giù dal Cervo e frenare la mia corsa?

Affondo la mia mano nel loro petto e strappo loro il cuore.

Questo ammasso di carne sanguinolenta, palpitante in cui affondo i denti. Il sangue che mi cola sul mento e scivola fra i seni sudati…

Il sapore ferroso del sangue mi da forza e mi esalta, rendendomi ancora più scatenata nella caccia folle.

Di cosa? Non lo so.

Come non so da chi sto sfuggendo se non che è accompagnato da cani che abbaiano in continuazione…

Io, cacciatrice e preda.

Sangue. Luna. Lago. Boschi.

Corro.

Lascio il Cervo. So che la mia preda è ormai vicina…

La fiuto. Sento il suo odore forte e penetrante.

Un odore di terra e di fogliame decomposto…

Ma non di paura.

La mia preda non ha paura…

E neppure io che, circondata da lupi, a quattro zampe li annuso e mi lascio annusare.

Animale fra gli animali.

La tensione ed eccitazione sessuale al culmine, come un’arco teso e pronto per scoccare la freccia…

Il lago è tranquillo, fermo, come se fosse congelato in un tempo eterno. Senza inizio e senza fine.

E’ terminata la corsa. Il cuore non batte più all’impazzata pompando sangue veloce.

Il respiro è di nuovo calmo.

Tutto si ferma

e vedo la mia preda.

Vedo i suoi zoccoli caprini e le gambe robuste e pelose.

Vedo il suo membro eretto ed umido.

Il petto lucido di sudore ed il sorriso sul suo volto.

Un volto non bello eppure così affascinante.

“Ti ho preso” e lo afferro saldamente.

“Ed io ho preso te”. Le mani della Signora mi afferrano la vita…

Mi volto e mai preda fu così felice di essere catturata.

La sua bellezza senza età mi ammalia.

Il suo volto bianchissimo, come la sua pelle, sembra splendere di luce propria. O forse è solo la luna che gioca sulle sue labbra…



Categorie:Ispirazioni, Pensieri in libertà

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