Uscire dall’ombra…

(di Rhea Anna Bertorelli)

Credo tutti noi, appena abbiamo iniziato a muovere i nostri primi passi nel mondo pagano, abbiamo nascosto a chi avevamo attorno ciò che scoprivamo e stavamo imparando ad amare e sentire nostro. Perfettamente comprensibile, anche perché spesso i nostri primi passi sono confusi e vacillanti come quelli di un bimbo che inizia a camminare. Abbiamo cercato il nostro primo pentacolo per “sentirci” parte di un mondo che ancora non conoscevamo bene. Abbiamo ricevuto le prime battute sciocche, dal “sei un satanista?” al “Sei diventato anarchico?” passando dal “Perchè indossi il simbolo delle Brigate Rosse?”. Insomma spesso era più semplice e comodo fare orecchie da mercante che mettersi a fare tutto lo spiegone del perché e del per come.

Abbiamo letto i nostri libri chiusi fra le mure confortanti della nostra stanza, badando bene a non lasciarli abbandonati sul letto, dove i nostri genitori o famigliari potevano trovarli ed iniziare così una sequela infinita di domande. Crescendo ci siamo resi conto di quanto contasse davvero per noi e di quanta necessità avessimo di incontrare, anche solo per scambiare due parole, altri pagani.

Ed iniziano così le ricerche su internet e sui social, di altri compagni di viaggio. Ci esponiamo così nel mondo virtuale anche se, molto spesso, non coincide con un coming-out nella vita reale.

Perchè un monitor ci garantisce un anonimato che il vis a vis non offre.

Ne conosco tanti così… E non sto parlando solo di adolescenti che, volenti o nolenti, vivono e dipendono ancora dai genitori e sono così costretti a rispettare le regole di casa. No, parlo di adulti che, pur praticando da tempo, evitano accuratamente ogni minimo accenno al proprio credo.

Comprensibile in alcuni casi, penso ai lavoratori precari che, in questa società colma di ogni tipo di pregiudizio, cerca di nascondersi nella massa. O alla donna con figli che si separa e rischia di vedere strumentalizzata e banalizzato il proprio essere pagana dall’ex compagno. Totalmente inesplicabile in altri.

Non è bello essere vittima di pregiudizi e credo che ogni strega, uomo o donna che sia, abbia la sua da raccontare… Io stessa ne sono stata vittima per qualche anno subito dopo la separazione dove ogni giorno “scoprivo” cose che neppure io sapevo, su me stessa. Dal classico “adoratrice di Satana” a “adescatrice di minorenni per rituali sessuali”… Insomma di tutto di più ed io cercavo di volare basso e passare inosservata, timorosa di quelle lingue a cui comunque ho dato il potere di rendermi quegli anni difficili e dolorosi.

Poi l’inizio di una nuova vita con un lavoro fisso, lontana finalmente da quelle persone e qualche anno di studio e pratica in più mi danno una sicurezza ed una consapevolezza diversa e smisi di nascondermi.

I pregiudizi nascono dalla non-conoscenza, dall’ignorare, dalla paura del diverso. Ecco quindi che ritengo necessario il non nascondersi, l’ammettere ciò che si è. Si nasconde ciò di cui si ha vergogna o timore ma, se crediamo realmente nel nostro culto, ecco che svelare chi siamo realmente, quali sono i nostri pensieri ed i nostri valori, non può che portare beneficio alla comunità tutta. Essere fieri di essere pagani, perché ha notevolmente migliorato noi stessi; mostrarsi al mondo, dimostrando con le proprie parole ed azioni che si può vivere in un modo diverso da come la società oggi ci vorrebbe. I pagani sono ovunque: sono avvocati, medici, operai, impiegati, volontari… Li trovi fra i banchi scolastici e tra le corsie di un supermercato. Sono persone “normali” che hanno sogni, desideri ed ambizioni e che lottano per perseguirli e vederli realizzati. Hanno abbandonato da tempo i “bisogni” comuni ma sono attente a ciò che li circonda, consapevoli che i momenti più felici e sereni sono quelli che nessun soldo ha mai potuto comprare. Conoscono il valore di un sorriso e di un abbraccio o più semplicemente di un atto o una parola gentile verso lo sconosciuto.

E’ così che dobbiamo portare i nostri Dei fra le persone: con l’esempio.

E forse, finalmente, i pregiudizi caleranno sino a scomparire.

Forse con i nostri gesti rispettosi verso gli altri, smetteranno di immaginarci impegnati in contorti amplessi con il (loro) Maligno.

Forse con le nostre parole, i nostri sguardi brillanti ed i nostri sorrisi, cesseranno di aver paura di noi e di metterci alla gogna (o di accendere, metaforicamente, i roghi).

Io ci credo.

Ci credo fermamente ed è per questo che sono Me Stessa tutti i giorni.

Nel quotidiano.

Nelle mie azioni.

Nei miei pensieri e parole.

Porto i miei Dei con me, passo dopo passo, ora dopo ora.

Orgogliosa di essere Strega!



Categorie:Pensieri in libertà, Riflessioni

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