(di Luca Ariesignis Siliprandi)
Oltre alla realtà così come normalmente la percepiamo, esistono altri piani di esistenza, altrettanto veri e ‘concreti’, di cui usualmente non è data esperienza all’uomo comune. Con modi diversi, ogni piano è collegato all’altro e lo influenza più o meno direttamente secondo regole di causalità in larga parte reciproche. Vicino a noi, vi sono mondi che, partendo dalla realtà che ci è familiare, vi si ‘sovrappongono’ arrivando gradualmente a distanziarsene di mano a mano che si salga o si scenda lungo i collegamenti che ciascun piano ha rispetto agli altri.
Pensate a quei libretti turistici che, partendo dalle foto di rovine archeologiche, con la graduale sovrapposizione di lucidi trasparenti, vi propongono l’immagine ricostruita di quel che avreste visto ai tempi di splendore dell’edificio; ecco, questo è un esempio che può almeno in parte darvi un’idea dei piani che più sono vicino a noi e tuttavia restano invisibili ai più.
Immaginate cioè che, per la stanza in cui siete ora, allo stesso modo dei libretti di cui sopra, esista un ‘lucido’ che aggiunge a quanto state vedendo altri particolari, forze, memorie, energie. Come gli strati concentrici che trovate tagliando una cipolla, così la nostra realtà è ‘avviluppata’ in una serie di ‘mondi altri’.
L’immagine che vi abbiamo proposto qui ,è vera solo in una primissima approssimazione; come il solito, infatti, la questione è assai più complessa. Ad esempio, oltre a mondi invisibili ‘attorno al nostro’, ne esistono anche di ‘superiori’ e di ‘inferiori’. E’ in questi luoghi che si gioca l’armonia fra il mondo degli uomini e la riuscita cosmica, che non è semplicemente un dato di fatto bensì, invece, il frutto di un processo continuo.
Anche se allo stato attuale ne aveste avuto –o ne avrete– un’esperienza minima, quest’universo merita di essere preventivamente conosciuto poiché è proprio lungo questi piani che avviene l’incontro con il divino, con altre forze ed essenze e, per farla più breve, con tutto ciò che usualmente è definita ‘magia’. Le ‘cose’, interne od esterne che siano, tangibili e pensate, divengono per noi solo dopo che siano state prese in considerazione dalla mente e, questo ‘mondo altro’, sta nello spazio interstiziale fra ciò che E’ ed il nostro prenderne coscienza: è un ‘vuoto sospeso’ dove il possibile ed il reale comunemente inteso si genera per noi.
Diceva Alcmenone[1], antico filosofo greco, che ‘delle cose invisibili e delle cose visibili soltanto gli Dèi hanno conoscenza certa; gli uomini possono soltanto congetturare’, eppure, se è forse vero che non v’è conoscenza certa, è altrettanto vero che una base congetturale per ‘catalogare’ ed orientarsi in queste esperienze e necessaria. Quasi tutte le tradizioni, seppur con alcune differenze, hanno sistemizzato la conoscenza di questi mondi invisibili in mappe o addirittura in intere cosmologie simboliche che facciano da guida ai ‘navigatori’.
Quel che però conta capire fin da ora è che per ogni piano, livello, mondo o che dir si voglia, esistono legami con tutti gli altri e che, questi legami, consentono l’azione dell’uno sull’altro nonché, cosa ancor più importante, di agire indirettamente su uno di questi intervenendo sugli altri. Così come i semi sono invisibili mentre maturano nella terra, allo stesso modo avvenimenti in questi piani nascosti alla vista fisica possono germinare nella nostra realtà. Quel che esiste, che vive e si muove in questi piani, è reale e concreto quanto il mondo fisico.
Come le immagini del mondo fisico, registrate dai vostri occhi, e decifrate dal vostro cervello, si formano dentro di voi, così avverrà per la percezione di questi altri piani invisibili. Mentre per il primo tipo d’immagini siamo assolutamente abituati a considerarle concrete verità, si è invece usualmente meno disposti a farlo per ciò che percepiamo degli altri piani; tuttavia, così come innanzi a un rinoceronte che si precipiti in una carica verso di voi, siamo certi vi scansereste, similmente vi suggeriamo di attribuire la medesima concretezza a ciò che vedrete e sperimenterete in questi mondi invisibili.
Non tutti percepiscono queste altre realtà allo stesso modo, di rado e pochissime persone riescono a vederle a occhi aperti così come siamo usualmente abituati a percepire il mondo esterno; quasi altrettanto rari sono gli individui che ne hanno una visione simile all’immagine che registriamo in un sogno in corso o in uno stato trance.
Assai più frequentemente si tratta di sensazioni simili all’immaginare qualcosa che non vediamo, come immagini di un ricordo o di un sentimento.
Ognuno ha il suo modo di percepire tali realtà, e questo comporta una certa variabilità nel riferire la medesima esperienza riguardo ai piani ‘astrali’ (usiamo ora il termine in modo assolutamente generico), eppure, specie nei piani più alti, sappiate che esperienze e visioni sono oggettivamente confrontabili; ovvero, nella stessa situazione, due persone differenti vedranno le medesime cose con una dovizia di dettagli quasi assoluta.
Vi sono monti, fiumi, grotte, vie, torri formidabili e costruzioni, umane e non. E ancora, vi sono esseri, e spazi sterminati, luoghi nascosti, luoghi nei luoghi, vie sotto le vie. Così come la varietà che incontriamo nel nostro pianeta, passando dall’Artide al deserto, vi farebbe pensare a mondi completamente estranei, così è nei piani sottili. La nostra possibilità di interagire con questi piani dipende principalmente dal fatto che, anche se solitamente inconsapevolmente, vi partecipiamo in diverse misure e, di questa partecipazione, possiamo gradualmente prenderne coscienza partendo da ‘ciò che è dentro’ noi prima ancora di ‘ciò che è fuori’; la Natura, ogni mondo e reame, di per sé non insegna nulla ad un Io che non vi si adagi per esserne parte.
A chi s’interessa da qualche tempo di questi argomenti, sembrerà scontato, ma è forse utile ripetere uno dei principi base dell’ermetismo ‘ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso’[2] ed il medesimo rapporto dialettico vale fra il dentro e il fuori. Vi è una soglia, fra il dentro e il fuori, dove questi due spazi si uniscono e si negano al contempo: non è possibile superare questo cancello con la logica e, il passaggio, al principio è scoperto come sotterraneo. Uscire senza uscire, come in una delicata sospensione. Ogni mappa, può essere percorsa, prima, rispetto al proprio mondo interiore e sia, poi, uscendone, ‘traendosi’ verso le regioni sottili di ciò che E’.
Per lo stesso motivo, vi sono collegamenti fra un livello e l’altro così come possono esistere cordoni ombelicali che legano oggetti ed esseri di piani differenti; larga parte delle istruzioni e conoscenze al riguardo sono trasmesse direttamente e/o scambiate fra compagni di viaggio e comunque, in ogni caso, assumono senso solo attraverso un’esperienza diretta.
Fortunatamente è comunque possibile fornire uno schema di minima che consenta una prima infarinatura sull’argomento e, nelle pagine seguenti ci dedicheremo a questo. Sappiate, però, che anche il sistema descrittivo più preciso resta solo un mero tentativo di ‘spiegare’ e, così come una fotografia delle vostre vacanze non porta con sé il sole di una spiaggia o la grandezza delle montagne, allo stesso modo quel che dovrete acquisire, va molto oltre. Quasi tutte le tradizioni hanno ordinato la propria conoscenza dei piani invisibili in mappe più o meno sistemiche oppure, ancora, in intere e complesse cosmologie.
Di primo impatto possono sembrare molto differenti le une dalle altre ma, ad uno studio più approfondito ed una volta che sappiate riconoscerne i luoghi ivi descritti all’interno della vostra esperienza, sono in realtà piuttosto simili e, in effetti, non potrebbe che essere altrimenti. Certo, ogni tradizione utilizza i suoi ‘simboli’ particolari, ma il cosmo mappato è comunque il medesimo.
La più grande differenza fra le diverse mappe è individuabile in due qualità che le caratterizzano: accuratezza e vastità di confini. Ad esempio, nonostante l’esoterismo del ‘900 sia per noi in larga fastidioso, è da riconoscergli un’accuratezza raggiunta da pochissimi, allo stesso tempo, crediamo che nella cosmologia norrena sia data la visione dei più vasti confini di tutto ciò che vi sia di visibile ed invisibile.
Per queste ragioni, vale la pena studiare con grande attenzione ogni sistema vi capiti per le mani. Spesso è difficile riconoscere ciò che vi è di buono in seno a tradizioni e bacini culturali che magari detestiamo, ma vale la pena tentare: i piani invisibili sono gli stessi sia per un neopagano europeo e sia per un induista, così è anche rispetto all’esoterismo proveniente da bacini religiosi monoteisti.
Ad ogni modo, per nostra impostazione, non possiamo che fare riferimento alle indicazioni date nella Progressive Witchcraft di Janet Farrar e Gavin Bone che hanno il pregio di unire ad un solido impianto[3] la capacità di essere di grande immediatezza e di parlare fin da subito all’intuito di chi vi si applichi. Nelle righe che seguiranno, è proposta solo un sunto molto scarno di quel che è un percorso ben più complesso e, soprattutto, di impostazione fortemente esperienziale, tuttavia, può essere utile spendervi due parole.
Rimandando al loro testo “The Inner Mysteries” [4] per il dettaglio, crediamo di poter tracciare una linea di unione fra questo ed i simbolismi già affrontati in precedenza riguardo agli spazi sacri (I–II–III).
La realtà fisica, così come noi la conosciamo, è sottoposta ad un ‘piano delle forze elementari’ che interviene direttamente su di essa e nelle sue funzioni sottili più immediate, lungo questo piano che si avvolge con strati sovrapponibili al nostro mondo, agiscono larga parte delle forze utilizzate nella magia naturale.
Via a via che si procede verso l’esterno e gli strati divengono più rarefatti, questi si discostano dalla realtà fisica abituale fino a divenire qualcosa di completamente differente una volta che si sia giunti ai ‘reami d’origine’ delle forze elementari vere e proprie.
Figura 1 -Mappa dei mondi invisibili, un primo schema -semplificato- di riferimento (N.d.A. la figura contiene un refuso “Piano delle forze elementali” è da leggersi piuttosto come “Piano delle forze elementaRi”)
Tendenzialmente, però, le energie elementari si muovono verso il mondo materiale, loro destinazione, dove intervengono sulla materia agendo nei suoi processi di trasformazione. Invece, lungo un asse che collega il basso e l’alto del cosmo (e viceversa), abbiamo quelli che potremmo chiamare i piani astrali[5] superiori ed inferiori, ciascuno dei quali diviene via a via più rarefatto (o denso) mano a mano che si avvicina ai reami divini. Ogni tradizione suddivide differentemente per numero e attributi questi piani ma, in buona sostanza, sono semplicemente schemi diversi per descrivere la medesima cosa.
Qui abbiamo preferito uno schema che divide l’asse in cinque livelli piuttosto che la più tradizionale divisione in sette; per ora non ha importanza, quel che conta è che, sopra, abbiamo la sede degli aspetti uranici del divino e, viceversa, sotto, abbiamo la sede degli aspetti ctoni ed inferi. Anche se in proporzioni differenti, molte divinità partecipano sia dell’uno che dell’altro reame. I reami sede degli Dèi sono usualmente considerati irraggiungibili per l’essere umano, tuttavia, i piani astrali hanno un’articolata stratificazione e la loro parte più alta –o bassa– ‘tocca’ i reami divini. Questi due mondi, quello di sopra e quello di sotto, con le loro sfere d’azione (in realtà, possiamo immaginarle come due semisfere) sono l’universo magico in cui, non appena vi si abbia avuto accesso, opera la grande maggioranza dei nostri rituali religiosi e non.
Figura 2 – Correnti ascendenti e discendenti lungo l’asse cosmico
Filone d’Alessandria[6] sosteneva che ‘da tali potenze è costituito il mondo intelligibile e corporeo, che è il modello del mondo fenomenico, e come quest’ultimo è composto di corpi visibili, cosi quello intelligibile è composto d’idee invisibili’.
Mentre sul piano elementale abbiamo forze che agiscono sulla materia ordinandone le trasformazioni ed i cicli, lungo l’asse abbiamo invece ‘flussi energetici’ che la animano e che sono la causa prima delle forze elementali di cui abbiamo parlato.
Lungo questo asse che già gli egizi chiamavano ‘la spina dorsale del Dio Osiride’, attraverso i piani vi sono due correnti, ascendente e discendente, che tutto generano, distruggono e muovono in una sorta di ciclica pulsazione, ancora una volta: disintegrazione, reintegrazione. Abbiamo già incontrato questa sequenza parlando del Rito, azione conforme all’ordine; il Rito, in effetti, nel suo legame con il sovra individuale ed il sovraumano non potrebbe non essere coerente con tale ritmo cosmico che muove i piani invisibili e visibili. Dunque, cercate di badare sempre alla congruenza di ciò che fate con ciò che E’: in questo sta la chiave di molte porte.
Come già detto, quella che proponiamo qui è un approssimazione quasi al limite del fuorviante ma ci è sembrata la mappa più semplice, immediata e basilare di cui fosse possibile parlare in in blog; utilizzatela quindi come primo spunto di riflessione e supporto… ma lasciatela non appena avrete acquisito strumenti migliori.
La verità è che il mondo sottile è unico e senza divisioni: è il nostro punto di vista e il nostro livello di comprensione che lo forma secondo una mappa e che ce lo fa conoscere come costituito in un modo piuttosto che un altro.
Questo vale, a maggior ragione, per i sentirei percorribili in questo ‘planisfero’ magico; come avrete notato, abbiamo indicato rapidamente le parti di questo cosmo ma non è stata volutamente tratteggiata alcuna via che le colleghi, né alcun passaggio, scorciatoia o valico. Ciò è dovuto non tanto perché si tratti di questioni ‘segrete’ quanto, piuttosto, perché con un modello così generico vi avremmo fornito un cattivo servizio dandovi uno strumento che da ‘semplificato’ si sarebbe trasformato in ‘falso’.
[1] Alcmeone di Crotone è stato un medico e filosofo greco antico (V secolo a.C.).
[2] Dalla Tavola di Smeraldo, attribuita al mitico Ermete Trismegisto; apparve per la prima volta in versione stampata nel De Alchemia di Johannes Patricius (1541).
[3] Crediamo non si faccia loro torto rilevando che, tale struttura, è largamente mutuata dalla cosmologia norrena a cui si è aggiunto con un attento studio delle corrispondenze cerimoniali provenienti dalla Golden Dawn e, più in generale, dall’esoterismo tradizionale.
[4] The Inner’s Mysteries – Janet Farrar, Gavin Bone, ed. Italiana, Brigantia Editrice 2013
[5] Anche in questo caso, per non aggiungere eccessiva complessità ad un tema già di per sé non facile, stiamo utilizzando il termine ‘astrale’ in senso lato.
[6] Filone di Alessandria, noto anche come Filone l’Ebreo (Alessandria d’Egitto, 20 a.C. circa – 45 d.C. circa), fu un filosofo ellenistico di cultura ebraica.
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