Voglio entrare in Congrega!

di Luca Ariesignis Siliprandi

Cosa serve, quali doti e disposizioni sono utili per entrare in una Congrega?
Una tensione alla ricerca, certo.
Il sentire il divino come anche e fondamentalmente immanente alla natura e a noi stessi. Sì.
Una certa impostazione rispetto all’etica (e alla morale, ammesso e non concesso che la distinzione fra questi due concetti sia così chiara). Ovvio.
L’impegno personale anche solitario, nel tentare, nel provare sulla propria pelle il contatto con il divino azzardando tentativi pratici e non solo bei discorsoni. Anche. Poco ma sicuro.
Ci sono forse ulteriori mille parametri di cui non sono così certo.

Infatti, alla soglia dei miei 43 anni di cui quasi 25 nel cammino pagano, dei quali -dopo una parentesi di qualche anno- un buon numero sono stati spesi in solitaria e solo più recentemente nell’ambito Wicca, confesso che, cosa serva per entrare in una congrega: ancora non lo so di preciso.

Ammazza!, direte voi, se non lo sai tu che assieme all’Alta Sacerdotessa della Coven sei parte del processo di selezione e formazione, siamo messi bene!
Eeeeeeeh sì, invece, credo lo siate proprio per questo: perché non ci sono idee precostituite, ma linee guida di massima e valutazioni caso per caso (lo sa bene chi è con noi ma è così, invero, quasi per ogni Coven ch’io conosca).

Tuttavia, in questi decenni sento di poter dire che un valore assolutamente condiviso sia da me che dall’Alta Sacerdotessa di questa congrega sia facilmente individuabile: l’impegno personale, quello vero e sincero, che comporta anche fatica, approfondimento e l’andare oltre alla superficialità che può avervi portato, ad esempio, ad essere incuriositi dell’immagine “tenebrosa” in copertina all’articolo che non leggerete perché, per ora, non vi sta dando nulla di quel che vi aspettate.

Per questo genere di selezione, non servono “prove” particolari. Infatti, già fin da ora sappiamo (e senza fare un giro di tarocchi) che, fra i “wannabe in una congrega”, solo qualche punto decimale andrà percentualmente oltre nella lettura dell’articolo.
Già, perché a fermarvi, a bloccarvi: siete voi con le vostre stesse mani.
Non esiste alcuna forza che vi abbia minimamente in nota volendo in un qualche modo trattenervi dall’esprimere le vostre ‘grandi potenzialità’. Rispetto all’universo spirituale, questo genere di persone sono simili a dalle zanzare su uno schermo radar: quasi non rilevabili, ma fastidiose.

Il primo cancello, il primo sbarramento: siete voi

Quando vi fermate alla superficie, quando vi sedete e aspettate lì, sperando che qualcuno vi apra porte e vi trascini in mondi magici di potere, vi state bloccando con le vostre stesse mani. Però magari, da zanzare sul radar, potreste diventare piccioni, o aquile o condor perché, ad esempio, quando passate dal fare domande su gruppi facebook al contattarci direttamente iniziamo a cercare di capire chi siate. Il problema, qui, è che non basta muoversi e contattare gente in prima persona. Vi facciamo un esempio…

Ogni volta che arriva una email dalla sezione contatti del sito o un messaggio su msg, almeno personalmente mi emoziono. Dico sul serio, non sto facendo ironia (perlomeno, non ora). Voglio dire, ti interessa la Wicca? Wow, che bello!
Inoltre presumo ci si stia contattando perché sei interessata/o alla nostra Tradizione, no? Per di più, come mai nello specifico alla nostra Congrega? Insomma, ci si aspetterebbe un minimo di descrizione, di racconto…giusto?
Invece, almeno il 50% di chi si approccia noi, scrive più o meno cose di questo tipo:

“Cio, o leto poco dela wica ma mi piace e o snto molto di qst prcorso”.

Normalmente non ci formalizziamo rispetto a difetti o imprecisioni ortografiche e grammaticali, a noi interessa assai di più l’intento.
Magari si tratta di una persona straniera, che ne sappiamo noi? Per di più, gli errori capitano a tutti (e io sono un buon esempio).
D’altra parte, poi, diciamocelo, è assai probabile che le migliori streghe dei secoli passati fossero analfabete e non sapessero una beneamata mazza di grammatica, cabala o altro, per cui anche se l’italiano è un poco stentato, non ne facciamo a priori una questione capitale. Giusto?
Quindi si domanda: “Puoi spiegarmi meglio quale sia il tuo percorso, hai letto qualcosa rispetto a cosa sia la Wicca o altro?”.
Risposta tipo: “No, mi intresa qst”.
Ok, vediamo di non essere troppo duri, sai, agli inizi essere confusi ci sta, così si risponde placidamente: “Di quale zona sei? Hai letto che siamo presenti fra Parma e Torino? Ti giro il link rispetto ai gruppi di studio” (e si mandano n° link vari).

Uno spera di essere di stato di aiuto, ma no: non leggono, non leggono nemmeno i link, giuro.
Vogliono entrare in congrega, punto, non leggere link (figuriamoci i libri) e perdere tempo: insomma, mi fate entrare o no? Pago, ok?

NO!Okkey un corno!
Si stupiscono che si chiedano anni di percorso assieme e che, fondamentalmente, per entrare in una congrega, ci sia ben altro da fare che iscriversi magari con una quota sociale o “averci la nonna che”. Stronzi noi, che cattivi, vero?

A risposta negativa, nonostante questa sia non di rado molto più articolata della richiesta, nonostante i suggerimenti per poter comunque proseguire: si offendono a morte.
In alcuni casi iniziano con una sequenza di insulti più o meno velati a cui non diamo usualmente troppo seguito. Eppure, mi domando, non basterebbe un poco di onestà intellettuale e comprendere che, semplicemente, si sta chiedendo un approccio diverso?

Non dico leggere un libro che sia uno, no (non sia mai che un aspetto vagamente intellettuale lì rovini, sì, non sia mai), ma limitandoci alla nostra piccola congrega, non è lecito nemmeno pretendere che abbiate letto una o o due pagine di questo sito?
Sito in cui, ad esempio, si spiega almeno un poco quale sia la Tradizione che seguiamo (rimandando al sito ufficiale), oppure chi siamo io e Rhea, su cosa “lavora” la nostra congrega, cosa sono per noi i gruppi di studio, quali libri suggeriamo in generale per iniziare o quali -anche- sono più strettamente legati al nostro lignaggio.

Nulla, ripeto: nulla.
Arrivano e chiedono. Anzi: pretendono.
Contenti loro, buon ne possano trarre; però, perlomeno, abbiano un poco di onestà verso loro stessi.
In buona sostanza, in un percorso iniziatico che dovrebbe rivelare realtà altre, manco si fa lo sforzo di scorrere un elenco di contenuti in un sito. Poi, gli stessi, magari te li ritrovi che pontificano sui social rispetto al fatto che “wiccan è chi wicca fa”, che non ci sono congreghe o che, quelle che ci sono, sono “elitarie” etc. etc.
Non si tratta di elitarismo, ma di semplice aderenza alla realtà dei fatti rispetto possibilità di concreto impegno, presenza, livelli di preparazione, nonché della necessità di questi per affrontare alcuni lavori iniziali e via discorrendo.
Nessuno vuole tenere fuori nessuno, ma se non c’é un minimo di lavoro e impegno personale preliminare, scusate, noi che possiamo fare se non tenere chiuso il cancello? Qui, sì, il cancello lo teniamo chiuso noi.

Siamo sicuri che i Gatekeeper non servano?

“Gatekeeper” o “custode dei cancelli” è un termine anglofono che si sente ormai spesso in ambito pagano inglese e soprattutto statunitense, questo ‘custode’ generalmente occupa la posizione di “esperto” in un determinato ambito della società e ha il compito di filtrare le informazioni/persone in quello specifico ambiente. Dicono sia una cosa brutta, bruttissima, da cattivi proprio.
“Chi siete voi per farlo?”, domandano in tanti giustamente; è vero, l’idea che esistano queste figure è molto rischiosa e assai discutibile. Eppure, guardandomi attorno, ne servirebbero addirittura di più. Perché l’idea che chiunque abbia un qualche tiramento o prurito possa definirsi nel modo che preferisce, parlare comunicando all’esterno pensieri ed immagini che inevitabilmente (ne sia consapevole o meno) possono toccare intere comunità, fa molto “liberi pensatori” da comune hippy ma, perdonatemi, mi pare una emerita sciocchezza e fa danni incalcolabili, quotidianamente.
Le parole, domande e risposte che condividete in un ambito pubblico sui social, contribuiscono a creare l’immagine esterna di un intero “mondo” e, se stiamo a questo, se non fosse per lo strenuo sforzo di alcuni, non ne usciremmo benissimo.
Da sempre siamo invasi da persone di questo tipo che, dopo quattro letture su internet e un libretto nemmeno troppo capito, si re-inventano comunicatori del paganesimo o, addirittura, guide e maestre/i. In una inane necessità di riconoscimento, alcuni cercano medagliette, distintivi, appartenenze, senza tuttavia aver pensato che, contrariamente alle aspettative, nessuno può dare loro alcunché se non il proprio lavoro personale, vero, reale, profondo.

Se a voi che vivete questo, serve qualcuno che chiuda il cancello e ve lo sbatta in faccia, ben venga. Anzi, di porte in faccia, pare, ad alcune persone se ne sono chiuse troppo poche visto che, poi, continuano a mentire a loro stesse/i mentre, agl’altri, raccontano di percorsi immaginifici dove, guarda caso, hanno raggiunto altissime vette.
Può pure darsi, ma allora perché per queste persone i cancelli restano chiusi? Colpa del fatto che chi è sulla soglia è stronza/o? Tutti tutti? Beh, qualche domanda credo dovrebbero farsela.

Negli anni ’80-’90 o nel 2000 era difficilissimo incontrare qualcuno che potesse facilitare un percorso, ma oggi -qui in Italia- siamo ormai ricchissimi di possibilità, vuoi che siano tutti scemi? Eh, certo, se non riesci nemmeno a leggere le info in un sito. Gli articoli più letti? Bacchette maggggike, Libri delle Ombreeee, erbette e cazzabubbole; tutti con un potentissimo percorso personale, però poi le cose che leggono sono roba pratica, su come costruire una bacchetta (maggggikkka, ovvio) o il Libro delle Ombre (che te lo scrivi da te, copia incollando robe varie trovate su internet), non gli articoli in cui si parla del percorso magico. Al riguardo, per meglio spiegare che su quest’ultimo punto ho anche dati statistici alla mano, sappiate che approvando i cookies di ingresso al sito, entro certi limiti vediamo chi legge cosa (specie se è utente WordPress) ed i risultati sono esilaranti.

Per di più, presunte Streghe, Maestre e Maestri, dopo 1-2 giorni se ne escono con articoli simili ai nostri, più o meno scopiazzati, in cui autrici/autori millantano grande esperienza al riguardo (poi, scopri, hanno iniziato giusto due anni fa). Ripeto, se siete contente/i così, bene per voi… però non ci credo: in fondo, sapete che vi state mentendo. Ammettetelo con voi stesse/i, ricominciamo da capo, le porte sono aperte; oppure, uffa, sì, pare esistano persone cattivissime come noi, crudelissimi Gatekeeper. Sputateci addosso e andate avanti per la vostra via senza problemi, noi, su quella di certo non vi fermeremo. Però, permetteteci, rispetto alla NOSTRA, riteniamo di avere un qualche diritto per farlo.

Sulle Vie personali, tuttavia, non serve alcun imprimatur, nessuna autorizzazione e, anzi, su questo vi riveliamo un segreto segretissimo segretoso: perfino Alti Sacerdoti e Alte Sacerdotesse non smettono mai di percorrere le proprie personalissime strade… in alcuni casi, ne seguono addirittura anche di altre in parallelo.

Non esiste alcuno “status quo” se non nella mente di chi lo ricerca per avvantaggiarsene

Esistono Gatekeepers? Sì.
Esistono equilibri relazionali fra questi, Congreghe, Tradizioni, etc.? Sì.
Esiste quindi quindi una sorta di “status quo”? Può sembrare di sì, ma principalmente: NO.

Proviamo a spiegarci meglio, perché alle volte questi equilibri, per chi li vive esternamente possono sembrare una sorta di lobby, con una gestione quasi politica della faccenda.
In molti si immaginano che, entrati in un gruppo eletto in ragione di chissà cosa, ci sia la possibilità -dopo un poco di gavetta- di trovare finalmente riconosciute le proprie fantastiche unicità. Manco per sogno.
Il punto, piuttosto, è completamente l’inverso: sono le vostre capacità ed il vostro impegno che saranno riconosciute facendovi divenire (senza alcuna segreta riunione o votazione) parte di questo strano e multiforme “gruppo” per cui un Alta Sacerdotessa parla con un Maestro Massone o un Alto Sacerdote lo è pure o sei Wiccan ma contempli una formazione Druidica etc. etc.
Si tratta di spessore personale. Non di medagliette.
Non sarà accodandovi ad una Via o Tradizione (magari quella che vi pare più promettente da un punto di vista “politico” -se mi passate il termine-) che acquisirete valore o credito. Si tratta di spessore personale, non di mostrine o certificati. Non esistono altre vie.

Cosa avete percorso e dove siete arrivati, questi sono gli elementi fondamentali per i quali, anche se avete fatto i compitini a casa in un qualsiasi gruppo di studio per qualche anno e magari sarete dedicate/i o iniziati, vi potreste trovare con qualcuna/o che arriverà da quel che a voi sembrerà “il nulla” e vi passeranno in testa senza che capiate il perché.
Non esistono altre vie se non il fare. Quindi, quando sento dire a chi chiede come iniziare il proprio cammino rispetto alla Wicca e, alle volte in modo gratuito, sento dire da persone ancora estranee alla Wicca che “no non puoi se non entrando nei percorsi canonici perché è cosa misterica ed iniziatica”, mi infastidisco molto, perché non lo dicono per conoscenza diretta, ma come scimmiette ammaestrate. Li ripetete perché vi sono stati “insegnati”, perché vi accodano agli iniziati… non perché ne abbiate reale esperienza. Scusate se storco il naso e mi inquieto ma, sì, la Wicca è religione misterica ed iniziatica: nessun livello Sacerdotale direbbe altro al riguardo, però lo fa sulla base di un vissuto che include spesso anni di cammino solitario o in altri ambienti.
Certe modi supponenti in chi ancora non sa nemmeno cosa suppore, fanno più tristezza che divertimento.
Sarà che “gli allineati per forza o comodità” mi sono sempre risultati insopportabili e, a mio sommesso avviso, sono una fra le cose più contrarie alla stregoneria e al paganesimo, sarà… ma alle volte quasi parteggio per il neo-wiccan che non ne sa nulla: mi sta più simpatica/o di chi si pone come aguzzino con quel tifo da stadio nel bullizzare chi è agli inizi. Questi aguzzini mi fanno schifo, poi rabbia, poi pena: chissà quanto lavoro li aspetterà per entrare in una congrega, oppure crescere in questa.

Sì, la Wicca propriamente detta è cosa vivibile solo in una congrega, ma non affrettatevi a volerne farne parte… fate il vostro percorso, poi si vedrà, anche senza che facciate il tifo parlando di quello che per voi, ancora, non sono che concetti interiorizzati come banali slogan.

Se siete in quel decimo di percentuale che è arrivato fino a qui…

Se lo siete, molto probabilmente siete già parte di Gruppi di Studio, Cerchi Esterni o Congreghe ma, se non lo foste e tutto quanto detto vi suona sensato, arriva il bello.
Perché vivere una congrega è cosa incredibile, che non riesci a spiegare. Forse, il modo più semplice per farlo è descrivere una cosa che sta accadendo ora a molti di noi causa covid-19: ti manca il cerchio, la mano nella mano, il cono di potere assieme, le invocazioni, il fuoco del braciere o la luce dei ceri d’altare. Ti manca in un modo che solo a pensarci ti scendono le lacrime, mute, silenziose.
E non perché sorelle e fratelli siano “i tuoi amici” (può anche darsi) ma potrebbe pure essere siano ‘semplicemente’ persone che vedi alle sole celebrazioni… eppure, con loro, vivi cose uniche, intime, profonde, quasi come in un rapporto di amore.

Non si tratta tanto di acquisire “magici poteri e arcane conoscenze”, ma di vivere ed esperire assieme il divino e la magia. Poteri e Magia, vengono da sé, dopo, di conseguenza.
E’ un cammino duro, durissimo. Di quelli che ti fanno tremare le gambe e i polsi perché (se è reale) quando vi entri la tua vita inizia a cambiare in modi imprevisti, ti mette alla prova (anche), ti distrugge, ti ricostruisce, ti espande. Non ho altri modi per tentare di descriverlo.

Questa primavera, DPCM permettendo, la nostra Congrega riaprirà i battenti con l’inizio di un nuovo gruppo di studio (clicca QUI per capire meglio di cosa si tratta), invitiamo dunque chi già ci ha contattato negli ultimi mesi a ripresentarsi e, a chi non l’avesse fatto e fosse interessato, a farlo fin da ora.

Ci aspettiamo abbiate letto chi siamo e cosa facciamo, quale sia la nostra tradizione etc. sulle pagine del sito. Ci aspettiamo persone che vogliano vivere questa esperienza, faticosa, entusiasmante, sfinente, di estasi, di dolore, di amore, di condivisione, di solitudine, di bianco e di nero, di alto e basso, di devozione, di potere, di accoglimento, di comando, di comprensione, di gioia, di vita… di magia.

Altro genere di persone, spero ci perdonerete, a noi non interessa.



Categorie:Ispirazioni, Pensieri in libertà, Riflessioni

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