La Cerca

Di Flora Sara Beiletti

Ho incontrato la divinità con la quale tuttora lavoro, ormai tre anni fa. Nella nostra tradizione abbiamo una tecnica per entrare in contatto con loro.
La prima volta si è presentata come una splendida fanciulla dai piedi scalzi, con questi meravigliosi e lunghissimi capelli che profumavano di alba, rugiada e fiori di campo.
Mi ricordo che il nome non me lo volle dire.
Qualche tempo dopo ritornai in quel luogo è questa volta mi si presentò come una donna matura, con i capelli raccolti, un viso più severo ma piuttosto materno. Mi ricordo che in quell’occasione fece diventare tutto buio eccetto per un piccolo lume che illuminava debolmente lo spazio a lui vicino e mi parlò dell’importanza di stare nel buio. Anche quella volta non mi disse il nome.
Ovviamente intraprendemmo una relazione e come girava la ruota dell’anno lei cambiava. La vidi con il falcetto e il cesto per la raccolta, la vidi con i capelli di nuovo sciolti ma un po’ più “scura”, mi ricordo gli occhi completamenti neri.
E niente per tre anni non ho saputo il suo nome così per rendermi più facile il lavoro e il rapportarmi a Lei decisi di “spacchettarla in diverse divinità” che me la ricordavano. Queste sono Flora, Cerere, Pomona, Proserpina/Persephone, Tellus. Devo dirvi che tutto funzionava, il nostro modo di relazionarci e lavorare insieme pur adottando questa metodica non creava affatto problemi. Di questi cinque aspetti ho sentito e legato di più con l’aspetto di Flora e Proserpina/Persephone.
In tutto questo tempo non mi ha mai detto chi fosse alla mia domanda sei Cerere piuttosto che Flora piuttosto che Tellus o sorrideva oppure mi rispondeva: “anche”.
Devo essere onesta che mi ha sempre dato un po’ di frustrazione il fatto di non sapere chi Lei davvero fosse.
E veniamo ad un mese e mezzo fa, quando stavo parlando al telefono con Luca il GS di F.d.r e stavamo parlando di divinità, del lavoro e rapporto con queste e mi stavo lamentando che non sapevo ancora il nome della “mia” divinità e mentre Luca mi stava dando un consiglio su come agire per affrontare questa cosa ecco che nella mente sento un nome: “Libera”.
Non so cosa sia successo e nel perché ma come ho sentito quel nome, che per altro non avevo mai sentito, è come se tutte le tessere del puzzle fossero andate a posto.
Come ho sentito quel nome nella mia testa sapevo perfettamente che fosse Lei. Ebbene chi è Libera? bella domanda, nel senso che di lei sappiamo poco. Ho avuto piacere di avere uno scambio di Idee con una persona che fa della sua vita la ricerca e ci siamo confrontati su ciò che i reperti archeologici, documenti, scritti etc ci dicono rispetto a ciò che io ho imparato a conoscere.
Quindi ciò che ora di Lei vi racconterò trova riscontro principalmente con la mia esperienza di questi tre anni e alcune cose hanno anche una testimonianza storica.
Ebbene Libera è una divinità che presiede il ciclo agricolo ma come sappiamo ci può essere un trasposizione con il ciclo di vita degli uomini.
Grande Madre che negli anni è mutata. Madre natura gravida, madre di Liber. In un articolo di Romano Impero possiamo leggere :” Come tutte le Grandi Madri Libera era Vergine ed ebbe un figlio senza partner, poi il figlio crebbe e divenne suo paredro, ma sempre a lei sottoposto, il figlio-vegetazione che muore ogni inverno per risorgere in primavera” e poi ancora “Con l’avvento del patriarcato il Figlio diventò il produttore della vegetazione e degli animali, uomini compresi, e da figlio divenne Pater occupando il primo posto” (https://www.romanoimpero.com/2010/09/culto-di-libera-e-libero.html)
Dea che presiede ai riti di passaggio. Signora selvatica e selvaggia quindi dei campi non ancora coltivati ma lasciati con l’erba alta e disordinata, amante dei boschi e di tutti i luoghi dove possa nascere la vita. Signora ctonia, dalla quale tutto si genera, tutto a lei ritorna e in lei si trasforma. Signora liminale dell’aurora e del tramonto. Signora del sesso, del mistero, del passaggio, grande iniziatrice. Colei che dalla Luce porta le Tenebre e dalle Tenebre la Luce.
E’ davvero una Dea particolare e lavorare con Lei e per Lei non è sempre facilissimo, piuttosto enigmatica e decisamente antica. Ha un modo tutto suo di approcciarsi, come del resto tutte le divinità, passa davvero da essere amorevole ad essere estremamente severa e a tratti terrificante. Mi ha spinto nei meandri più profondi di me lanciandomi letteralmente e poi mi ha accompagnata mano nella mano nella risalita.

Flora Sara Beiletti

                                                                                                                 Flora


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