Quando il Divino chiude il cerchio…

In 26 anni di Cammino, di aneddoti su “coincidenze strane” potrei raccontarne a iosa. Credo che tutti noi pagani ne abbiamo almeno una decina, se non centinaia, nei cassetti della memoria.

Le Divinità ci parlano, ci mandano segni inequivocabili su cosa vogliono da noi. Alcune volte facciamo finta di non comprendere e nicchiamo ma confesso che, negli anni, ho compreso che è un agire che non conviene: la divinità finirà per prenderci per l’orecchio facendoci sbattere il muso.

Francamente mai avrei pensato però di avere nel mio futuro pagano, una “riconciliazione” con il mondo giudaico-cristiano.   Da lì sono partita, abbandonandolo, tanti anni fa e questo misticismo mi ritrovo ad integrare nelle mie pratiche pagane, quasi trent’anni dopo.

Certo, lo “reintegro” con un occhio critico. Soppesando ogni parola e facendo un lavoro di pulizia dai preconcetti e pregiudizi anticlericali (confesso di averli più  o meno coltivati entrambi) che ancora mi trascino dietro quando sono meno attenta, più stanca…

E scopro un mondo da me sconosciuto. Dove, sorprendentemente, se sostituisco la parola Dio con Divinità, se tolgo il cristianesimo per tenere solo il concetto, l’idea del mistico di turno, ecco che scopro che quel pensiero si adatta ad una visione anche pagana.

In fondo l’Amore per il Divino, il tendere spasmodicamente ad esso, il riconoscere questo mondo come una  manifestazione del divino è sentire comune fra i credenti.

Quinto Aurelio Simmaco in “Relatio de ara Victoriae” scrive:

“Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento. Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda. Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande”

E tante sono le strade che ci mostrano un piccolo spicchio di Verità. Esattamente come una foce di fiume a delta, ogni rivolo è diverso, ma è sempre acqua dello stesso fiume. Ogni rivolo, ogni sbocco al mare, ha la sua peculiarità ma se risaliamo ed arriviamo al fiume prima che diventi foce, ecco che ci accorgiamo che l’Appartenenza, la Sorgente è unica.

Con questa ottica mi sono avvicinata, per caso, ad un Ordine Mistico Cristiano. Ho iniziato a leggere ed ho scoperto che alcuni concetti esposti mi trovavano d’accordo. Anche io, aspiravo a raggiungere il Divino, a Reintegrarmi con Esso. Anche io lo facevo dedicando parole di devozione ed amore.

Ho trovato strano o quanto meno curioso che ne fossi attratta e condividessi ma poi ho capito che, Simmaco, che sottoscrivo in pieno, in realtà punta un faro gigantesco su una questione fondamentale che a parole tutti condividiamo ma che di fatto non  applichiamo: la Tolleranza.

 Il pluralismo religioso, la tolleranza verso chi percorre sentieri diversi dai nostri… Quante volte ascoltiamo con un orecchio disattento e con sufficienza? Come se chi ci racconta un modus operandi diverso fosse in realtà un povero sprovveduto.

Non lo proclamiamo direttamente ma ammettiamolo: a noi piace giocare a chi ce l’ha più lungo!

I pagani in Italia sono quattro gatti sperduti da Bolzano a Santa Maria di Leuca eppure poca è l’unità fra noi. Ed i  giudizi sui percorsi altrui si sprecano… Per fortuna non è così per tutti ma ancora oggi, a distanza di quasi trent’anni di cammino nel mondo pagano, ancora oggi dicevo, vedo e sento divisioni dove il saggio devoto, praticante, sacerdote di turno è sempre più in gamba di quell’altro.

Insomma ci comportiamo come l’Ambrogio di turno che, in risposta al discorso tenuto da Simmaco che chiedeva di ripristinare la statua della Vittoria sull’altare dove i senatori romani facevano offerte, rispose con arroganza: «Quella verità che tu non conosci noi la abbiamo appresa direttamente da Dio!»

Gli eventi di questi ultimi giorni (oltre che le ricerche degli ultimi mesi) mi fanno capire che gli Dèi sono tolleranti e si divertono a mescolare le carte in tavola, cambiando le regole del gioco a cui si è giocato sino a poco prima. Ti ritrovi a dover ammettere con te stessa che, sebbene alcuni culti ti stiano profondamente antipatici per come i loro ministri e sacerdoti si sono comportati, non puoi buttare via il bambino con l’acqua sporca.

Il Divino se ne frega delle nostre etichette: Loro Sono!

Non hanno bisogno di futili parole. A loro non importa che vestito indossi, quale etichetta ti sei appiccicato addosso, finché offri incensi, vino ed Amore, Energia, per Loro va bene.



Categorie:Riflessioni

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2 replies

  1. Sì, ci sono ad esempio dei salmi che affeziono e ho riscritto cambiando il nome “Eterno” “Signore” ecc in Eterna, Hekate ecc…, perchè racchiudono una ghematria interessante, altri testi della torah, letti nell’ottica kaballistica possono anche essere interessanti soprattutto quando si scopre il concetto di una polarità femminile all’origine della Creazione. La ricchezza ed il potere racchiuso nelle Rune è anche bello da scoprire, così come la Dea Madre, Maha Lakshmi nell’hinduismo. È vero che ognuno è affezionato e fedele alla tradizione dove è stato iniziato ed ha il dovere di condividerla con chi ne è degno, ma questo non impedisce di studiare altre filosofie e religioni, non per assimilare ad esse, ma per meglio praticare la propria. Un po’ come un tarologo affezionato ad una certa tecnica, ne studia altre per meglio continuare nel proprio metodo d’interpretazione.

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  2. Pienamente d’accordo. Buon cammino. Irma

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