Alcuni suggerimenti per i rituali all’aperto

di Luca Ariesignis Siliprandi

I Pagani amano la Natura. Perlomeno, così dovrebbe essere, specie per chi sia o si senta affine alla Wicca che, giustamente, viene spesso detta una “religione della natura”. Non c’è quindi da stupirsi che, quando è possibile, sia piacevole e spesso auspicabile ritualizzare all’aria aperta. In questo articolo vi proponiamo alcuni suggerimenti basati sulla nostra esperienza pratica che possano contribuire sia alla buona “riuscita” delle vostre attività all’aperto e sia al rispetto dell’ambiente che vi ospiterà. Per iniziare, l’elenco dei punti che dovremo affrontare è presto riassumibile in: scelta del luogo, scelta dei materiali, norme di sicurezza e norme per rispettare l’ambiente.

La scelta del luogo

La primissima considerazione da fare, purtroppo, è di ordine legale: nel caso in cui decidiate di praticare lo skyclad (nudità rituale), è necessario scegliate una proprietà privata. Com’é noto, infatti, le norme relative alla nudità in luogo pubblico sono piuttosto stringenti in Italia (e in larga parte di Europa) e potrebbe essere assai spiacevole nonché imbarazzante ritrovarsi ad essere denunciati per atti osceni in luogo pubblico (fattispecie di reato oggi depenalizzata ma che vi costerebbe comunque una sanzione amministrativa). La proprietà privata è inoltre preferibile anche per evitare contestazioni sull’utilizzo della lama rituale che, purtroppo, potrebbe essere considerata un arma vera e propria. Ora, al di là delle questioni legali, sarà necessario individuare un luogo che presenti queste condizioni:

  • sia preferibilmente pianeggiante, con un area libera da alberi e cespugli sufficientemente ampia per ospitare il Cerchio ed i suoi partecipanti;
  • se celebrerete scalzi, verificate che il terreno non ospiti piante pungenti o urticanti, cocci di vetro o simili che possano ferirvi (per questo vi sconsigliamo vivamente i castagneti!);
  • non sia usualmente frequentato negli orari in cui deciderete di celebrare o che, comunque, non sia soggetto a passaggio (sarebbe spiacevole se un estraneo dovesse attraversare il vostro cerchio!!!);
  • se utilizzerete tamburi o simili, sia sufficientemente distante da case e abitati onde non recare disturbo alla quiete di nessuno (specie in ore notturne);
  • se celebrerete in un area pubblica, accertatevi dell’eventuale necessità di autorizzazioni e della presenza di eventuali regole relative a bivacchi, campeggi e accensione di fiamme libere (fuochi, falò);

Può sembrare difficile trovare un luogo che rispetti i punti di cui sopra ma, in realtà, con un po’ di ricerca e impegno, ne troverete con molta più facilità di quanto possiate immaginare. Un ultimo suggerimento, se non siete pratici di quella zona: fate sempre almeno più di un sopralluogo per verificare il posto.

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(Allestimento all’aperto di una delle nostre celebrazioni)

La scelta dei materiali

Per chi ha esperienza di escursionismo o campeggio, sembrerà banale, ma la prima cosa da considerare con attenzione -nel caso di celebrazioni serali o notturne- è l’argomento illuminazione: sia dal punto di vista strettamente “pratico” e sia dal punto di vista rituale. Se, per gli aspetti pratici, una buna torcia elettrica può bastare (consigliate quelle da indossare ad altezza fronte), per gli aspetti rituali vale la pena fare alcune considerazioni. Ed ecco un altro mini elenco:

  • All’aperto è terribilmente frequente che le candele si spengano a meno che non provvediate a ripararne la fiamma in un qualche modo: delle lanterne porta candela possono essere un’ottima soluzione;
  • A meno che non tiri nemmeno una leggera brezza, sappiate che le vostre candele dureranno molto meno che in rito al chiuso, tenetene conto;
  • Mentre in un rituale al chiuso la luce delle candele e dei ceri tende a riverberare sulle pareti della stanza (aumentando dunque la luminosità complessiva), ciò non avviene all’aria aperta. Quindi, a parità di illuminazione desiderata, considerate un numero almeno doppio di candele destinate ad illuminare l’area;
  • Più la fiamma è alta rispetto al suolo, più farà luce (e, purtroppo, più facilmente si spegnerà). Una buona soluzione di compromesso (ideale per i quarti del cerchio) sono le torce a vento (vedi immagine sottostante), facilmente acquistabili on-line a prezzi assolutamente abbordabili. Alte dai 40 ai 60cm (a seconda della loro durata) sono facilmente piantabili a terra e resistono a colpi d’aria anche molto sostenuti;
  • Il metodo migliore per illuminare l’area rituale resta il falò (soluzione che si presta peraltro benissimo in numerose occasioni rituali), tuttavia, è una scelta che va ponderata con cura (vedi successive norme di sicurezza e norme per il rispetto dell’ambiente);

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Norme di sicurezza

Oltre a quanto usualmente dovrebbe suggerire il buon senso, vale la pena ripercorrere assieme alcune importanti attenzioni da prestare per la vostra e l’altrui incolumità:

  • ATTENZIONE AL FUOCO!!! Accertatevi di avere sufficiente acqua per spegnere le fiamme che accenderete (portare con se un piccolo estintore da auto, oggi comune su quasi tutti i mezzi, potrebbe salvarvi da situazioni assai spiacevoli);
  • Se prevedete di svolgere rituali estatici o che prevedano stati di trance, preoccupatevi che nelle vicinanze del luogo non vi siano potenziali situazioni di pericolo (es. dirupi, fiumi, etc.);
  • Anche se la fauna e la flora italiana non presenta certo i pericoli di certi ambienti selvaggi, non sono da sottovalutare alcune presenze più o meno rischiose:
    • Api, Vespe, Calabroni etc. – Accertatevi che non sia prossimi al luogo alveari e verificate se fra i partecipanti al rito vi sia chi è allergico alla loro puntura. Per esperienza personale, possiamo garantirvi che avere il cerchio invaso di calabroni non è una bella esperienza;
    • Vipere – Evitate pietraie e luoghi con molte sterpaglie, specie se assolati e ricordate che in stagione calda le vipere sono attive anche di notte. Si tratta di un rischio remoto (usualmente, la presenza di tante persone le allontanerà), ma è sempre meglio essere prudenti;
    • Piante tossiche o urticanti – A parte le arcinote ortiche, la flora italiana enumera due specie da cui guardarsi. La prima è l’aconitum napellus -piuttosto diffusa nelle aree montagnose alpine- il cui veleno può essere assorbito anche per via epidermica (cosa da considerare se camminate scalzi). La seconda, una specie aliena arrivata da poco in Italia ma infestante e purtroppo non più rarissima è l’Heracleum mantegazzianum o Panace di Mantegazza, in grado di provocare dolorose bruciature chimiche (si trova solo in Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria occidentale, nell’estremo settentrionale della Lombardia e, secondo altre fonti, anche in Veneto e Trentino, mentre segnalazioni sporadiche sono state riportate a Cremona, nel Bresciano, nella Bergamasca e in Valcamonica);

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(Aconitum napellus)

Norme per il rispetto dell’ambiente

Dando per scontata la civile attenzione a non lasciare sul luogo rifiuti di alcun genere, terminiamo i nostri suggerimenti con un elenco di attenzioni magari non sempre così note o evidenti:

  • Se intendete accendere un falò, se vi è possibile dotatevi di un braciere con gambe alte in modo da risparmiare il prato sottostante (inoltre, il braciere consente un governo della fiamma molto più sicuro);
  • Sempre in relazione al fuoco, considerate che, per quanto vi possa sembrare lontano dalle fronde delle piante, quest’ultime lo patiranno nel raggio di almeno 3-4 metri (specie se le fronde sono “sopra”);
  • Per quanto possa sembrare poetico “lasciare le offerte alla Natura”, rischiate di fare danni anche gravissimi alla fauna. Alcuni cibi possono essere addirittura letali!!! Ad esempio, per cani e gatti sono da evitare assolutamente cioccolato, cibi con cipolla ed aglio: rischiano la morte!!! Se proprio volete lasciare delle offerte, assicuratevi di seppellirle adeguatamente.
  • Anche le piante potrebbero non amare le vostre offerte: l’alcol contenuto nel vino e il sale, ad esempio, sono senz’altro poco graditi. Anche offerte apparentemente innocue come il latte (in ambito irlandese classicamente versato sulle piante “per le fate”) possono portare alla formazione di funghi e parassitosi in grado di mettere in difficoltà anche alberi centenari.

(Immagine di copertina courtesy of Shutterstock)



Categorie:Inizi, natura, Preparati e fai da te, Ritualità

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2 replies

  1. Caspota non pensavo che fosse così cmplicato fare dei coven. Ma quelli che vengono fatti di notte nei boschi cosa sono invece?

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    • Ciao Amleta,
      perdonami ma non ho compreso bene la domanda… “Coven” è l’equivalente inglese di Congrega. “Quelli che vengono fatti di notte nei boschi”, invece, sono rituali (di solito sabba o esbat).

      Ad ogni modo, no, non è assolutamente complicato. Semplicemente, per fare le cose bene e in modo sicuro, è sempre opportuno organizzarsi al meglio… specie se è nella tua responsabilità accompagnare nel rito altre persone magari meno esperte.

      Con l’esperienza, questi “suggerimenti”, diventano così automatici che nemmeno ci pensi più… e, ovviamente, una Congrega (Coven) è generalmente sufficientemente organizzata e attrezzata per non perderci più di 5 minuti 😉

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